TERAMO – Processo bis per Romano Bisceglia, dinanzi alla Corte d’Assisre di Teramo, per il delitto di Adele Mazza, la teramana uccisa e poi fatta a pezzi, il cui cadavere fu ritrovato alla periferia di Teramo a Pasquetta di tre anni fa. Pronti via e subito battaglia legale tra le parti. Dopo l’annullamento della sentenza all’ergastolo per il difetto di composione della giuria popolare, stavolta il presidente della Corte, Giovanni Spinosa, ha voluto dimostrare che il precedente inghippo procedurale è stato caso unico e irripetibile. Intanto sono quattro i nuovi giudici supplenti, presenti in Corte al pari degli altri sei titolari. A fianco di Spinosa c’è il giudice Franco Tetto, il pm di udienza è Stefano Giovagnoni. Spinosa ha ‘istruito’ le parti e il pubblico in aula, presentando per nome e cognome i giudici popolari, spiegando il perchè dell’ordine di elencazione e gli articoli di codice di procedura penale che regolano questo aspetto. Insomma, caso chiuso, avanti con il processo.
E’ subito battaglia a colpi di eccezioni. Difesa e pm sono su due fronti opposti anche sui tempi del processo. Questo si annuncia come un dibattimento veloce, concetto ribadito anche dal presidente Spinosa; chi difende Bisceglia ha tutto l’interesse ad avvicinare la data di scadenza dei termini di custodia cautelare, anche se febbraio sembra essere al momento molto lontano sotto questo profilo. Si inquadra dunque in questa strategia la raffica di eccezioni che hanno caratterizzato l’apertura del processo, che la Corte ha analizzato ad una ad una, respingendo e portando avanti i lavori.
Protesta la sorella di Adele Mazza. Marilena Mazza, la sorella della defunta Adele, è l’unica della famiglia a essere presente in aula. L’altra sorella e l’anziana madre non ce l’hanno fatta a sottoporsi all’ennesimo strazio. «Non è giusto quello che siamo costretti a sopportare – ha detto Marilena Mazza -. Quando succedono queste cose nessuo pensa al dolore della famiglia. Adele ce l’hanno ammazzata due volte con questo nuovo processo. Ogni volta tornare a sentire quelle cose, vedere, sentire menzogne e subire ricostruzioni false e di comodo. Qualcuno avrebbe dovuto vigilare sul primo processo, io ricordo che c’erano giudici popolari che dormivano durante le udienze…». Oggi quando sullo schermo allestito in aula sono passate di nuovo le immagini del cadavere depezzato, Marilena Mazza ha lasciato l’aula e non ha voluto sottoporsi allo stress di guardare quella documentazione fotografica.
Testimoni dell’accusa, poi due udienze. Il processo è cominciato con la sfilata dei primi dieci testimoni dell’accusa, per la maggior parte militari dei reparti che intervennero nei primi minuti dopo la scoperta dei resti del cadavere della donna e che hanno condotto le indagini. Lo stesso pm ne ascolterà 62 alla fine, dell’originaria lista di 81. Il processo domani non si terrà: sono in calendario altre due udienze, giovedì e venerdì, per l’intera giornata.